Cibo di pace

Ultimamente ricompaio solo quando scrivo qualcosa per altri e neanche sempre 🙂

Sono nuovamente su Vivere Sostenibile Alto Piemonte, nel numero di marzo parlo dell’impatto che ciò che mangiamo ha sul nostro pianeta. Nostro finché non lo renderemo definitivamente inabitabile.

Qui il link alla rivista on line, dove è possibile leggerla interamente.

Questo invece l’articolo scritto da me:

Conosciamo davvero l’impatto ambientale del cibo?

“La maggior parte delle persone ignora quale siano le vere cause di inquinamento al mondo. È indotta a credere che siano molto più importanti quelle che vengono “suggerite”, le auto o il riscaldamento delle abitazioni ad esempio, e non ha idea che ne esistano di ben più significative, anche se meno evidenti.

Allo stesso modo, quando si pensa all’impatto del cibo sull’ambiente, si dà la colpa al trasporto, agli imballaggi, allo spreco, al modo in cui viene prodotto.

È chiaro che sono tutte concause e che vanno comunque affrontate, ma non sono quelle più rilevanti.

E allora, di cosa dovremmo parlare quando ci riferiamo all’inquinamento e allo spreco di risorse legato all’alimentazione?

La natura di ciò che mangiamo è il punto fondamentale della questione. Ciò che più inquina al mondo, a parimerito con le industrie, è l’allevamento.

Ma perchè l’allevamento ha un impatto così rilevante? La risposta è semplice e matematica:

Gli animali per crescere necessitano di acqua, mangimi, energia, spazi e inquinano con le loro deiezioni, i gas prodotti dalla digestione, i farmaci che vengono loro somministrati e i pesticidi presenti nei mangimi.

L’allevamento è un sistema fortemente inefficiente: con 15kg di cereali mediamente si ottiene un kg di carne. Se mangiassimo direttamente i cereali o qualunque altro vegetale coltivato dove ora si coltivano i mangimi destinati all’allevamento, risparmieremmo risorse, ridurremmo l’inquinamento e ci sarebbe cibo per tutti.

Sì, per tutti.

 

Non ci troveremmo davanti ad un occidente iperalimentato, malato e malnutrito e ai paesi poveri sottoalimentati e denutriti. Ci si rende conto che l’allevamento è sempre fortemente impattante e non dipende dal tipo di animale o dal fatto che si mangino solo derivati, perché il cibo che mangiano gli animali non si trasforma tutto in “carne” ma in gran parte serve a loro per vivere. Cibo in quantità notevolmente superiore a quello che servirebbe per sfamare l’intero pianeta.

  • La maggior parte delle terre mondiali infatti sono coltivate a mangime per gli animali.
  • Importiamo soia dal Brasile per i nostri allevamenti perché non abbiamo lo spazio sufficiente per coltivarla.
  • Le foreste pluviali vengono disboscate proprio per coltivare cibo per gli animali.
  • La foresta amazzonica non sta morendo perché leggiamo i libri o ci costruiamo casette di legno.
  • Sta morendo perché coltiviamo mangimi per gli animali, disboschiamo e causiamo desertificazione.
  • Più del 75% della soia prodotta al mondo è destinata agli animali da allevamento, non per produrre tofu.
  • Considerando la produzione di gas serra, ad esempio, un’alimentazione onnivora ne produce 8 volte di più rispetto ad un’alimentazione a base vegetale e solo il doppio rispetto ad una dieta vegetariana.

C’è una frase che ho fatto mia da quando l’ho sentita: “Non si può mangiare carne e definirsi ambientalisti” e spero di essere riuscita a spiegare il perchè.”

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