Parola dell’anno: comunicazione

Come faccio ormai da un po’, mi sono presa del tempo per trovare la mia parola dell’anno.

Perché la sto cercando?

La parola dell’anno mi serve a mantenere il focus sul tema, sulla competenza o sulla capacità che voglio sviluppare con più attenzione o su cui concentrarmi per me stessa e per la mia crescita personale. Insomma, descrive come voglio che sia la mia vita, almeno per quell’anno. Come voglio diventare, dove voglio indirizzare le mie energie e come mi voglio vedere alla fine dei 12 mesi.

Nel 2018 la mia parola dell’anno era “indipendenza” e, devo dire, ci ho lavorato parecchio. Non sono ancora totalmente soddisfatta, ma mi sono avvicinata all’obiettivo e per questo mi do comunque un voto positivo.

Anche se per il 2019 ci sarà una nuova parola, questa continuerà ad essere parte integrante del mio percorso, ormai senza bisogno di pensarci.

Sempre l’anno scorso, mi ero portata dietro anche quella dell’anno precedente, cioè « serenità », che diciamocelo, è un macigno.

Un macigno perché – ho scoperto –  non funziona come con la letterina di Babbo Natale, che chiedi e arriva. Te la devi guadagnare. Devi lavorare duro per ottenerla e l’universo, o come preferisci chiamarlo, ti offre le situazioni grazie alle quali imparare a sperimentarla, conoscerla, farla tua.

Ci ho messo un po’ ma l’ho capito.

Mia nonna direbbe: “dopo sette fette ha capito che era polenta”.

Quest’anno ho trovato dentro di me, e anche grazie a molti segnali esterni, un tema su cui lavorare con entusiasmo, per il mio privato ma anche a livello lavorativo.

«Comunicazione»

Qualunque cosa facciamo o non facciamo, qualunque cosa diciamo o non diciamo, stiamo comunicando.

Se non decidiamo come, se lasciamo al caso, siamo comunque responsabili di quello che stiamo comunicando, ma l’esito non sarà quello che abbiamo deciso, sarà in mano al fato.

Non voglio più che le mie comunicazione efficaci siano effetto  di una predisposizione naturale. Un sorriso e via. Spesso, soprattutto nella mia vita privata, faccio quello che mai farei quando sto lavorando: lettura della mente, presupposizioni, generalizzazioni.

Quando siamo troppo coinvolti è difficile mantenersi obiettivi, e questo è ciò su cui mi voglio concentrare. Equilibrio, ascolto, messaggi efficaci che partono dal cuore, senza dare per scontato, senza trascurare i particolari, notando le incongruenze e poi, fondamentali, più domande e meno risposte automatiche.

Comunicazione, per me in questo momento, significa anche migliorare il dialogo con me stessa e migliorare il mio inglese e francese. Parlarmi in modo schietto, senza nascondermi dietro le scuse, farmi le domande giuste, dirmi sempre ciò che voglio. E poi c’è tutto un mondo da scoprire e non voglio che la lingua sia un ostacolo. C’è molto da fare, lo so.

Faccio anche fatica ad escludere alternative e possibilità e per questo dovrei scegliere come parola dell’anno “scegliere”. Ma siccome non sento che mi risuoni, la lascio per il prossimo anno e per quest’anno ne metto più di una 🙂

Credo che sia arrivato il momento di aggiungere la parola “crederci”. L’ho già scritta un po’ dappertutto, per cui non ho neanche dovuto pensarci più di tanto: è lei che si è sbracciata a farmi ciao con la manina. “Ehi! sono qui!! non pensare neanche per un secondo di ignorarmi!” E in fondo ha ragione lei: e’ fondamentale “crederci”, è indispensabile in ogni percorso o progetto si intraprenda. Lo vediamo nelle persone che ottengono ciò che si erano prefissate, anche quando non sono perfette. :p E fa la differenza tra un progetto realizzato ed uno rimasto nel cassetto, ad essere ammirato, guardato, gustato parzialmente solo per gongolarsi su quanto sia bello, con la zona di comfort che fa festa.

Per cui, mi armerò ancora una volta di coraggio. Anche se dovessi aver paura, ci proverò comunque, mi butterò e affronterò le situazioni, l’unico modo per trasformare i miei obiettivi in risultati concreti.

Sembra spaventoso gettarsi nel fuoco, ma rendersi conto che ce la si fa è una gran bella soddisfazione e dà sensazioni così piacevoli e potenzianti, che danno il via ad un circolo virtuoso:

Più faccio, più farei, perché “ci riesco”!!! Ne sono capace!!!

Una favola, insomma. O meglio, una fiaba. Ma una di quelle dove non aspetti il principe, perché il principe sei tu e puoi sconfiggere il drago, salvare la principessa e vivere felice e contento!

 

E’ una lezione che ho incontrato leggendo “La principessa che credeva nelle favole“, una lettura che tutte le ragazze dovrebbero fare  il prima possibile! Per impararla, però, ho dovuto metterla in pratica 😉

Sisu”, pare dicano i finlandesi.

Beh, forse per il 2019 ho un po’ esagerato, ma mi piace sempre alzare l’asticella un po’ più in su.

E tu? a cosa dedicherai il tuo 2019? quali obiettivi ti impegneranno? Se vuoi cercare la tua insieme a me, contattami .

Siamo pronti…? Via!

 

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